Aligi Sassu nasce a Milano nel 1912 da padre sardo e madre emiliana. A causa di difficoltà economiche nei primi anni venti, la sua famiglia si trasferisce in Sardegna, a Thiesi (Sassari), dove i genitori, Antonio e Lina Pedretti, aprono un negozio di tessuti.
Dopo circa tre anni tornano nuovamente a Milano. In questo periodo il giovane Aligi Sassu, comincia ad interessarsi alle arti plastiche. In compagnia del padre, visita vari centri di pittura, tra cui a soli 7 anni, l’esposizione nazionale dei futuristi al Caffè Cova di Milano. Si convince in questo momento a continuare il suo percorso artistico. A 16 anni, nel 1928, quindi non ancora iscritto all’Accademia di Belle Arti di Brera, è invitato per la prima volta alla Biennale di Venezia. E’ nel 1929 che frequenta i corsi di pittura all’Accademia di Brera.
A partire dal 1930 realizza cinquecento opere raffiguranti argonauti, cavalieri, giocatori di dadi e suonatori caratterizzate dalla dominante cromatica del rosso. Al 1934 risale il primo viaggio a Parigi da cui trarrà spunto per le ricerche di impronta realista. Dipinge i “Caffè” e la serie “Maison Tellier”.
Nel dopoguerra frequenta l’ambiente culturale luganese e nel 1963 si sposta in Spagna.
Nel 1996, unitamente alla moglie Helenita Olivares, firma l’atto di donazione alla Città di Lugano di 362 opere d’arte realizzate tra il 1927 e il 1995 che illustrano organicamente il percorso creativo dell’artista, dagli esordi futuristi alle prove degli anni novanta, considerato uno dei protagonisti dell’arte italiana del ventesimo secolo.
Artista affermatosi a livello internazionale, durante gli ultimi anni della sua vita, Aligi Sassu ha soggiornato a Brè sopra Lugano. Affascinato dalla bellezza del paese, e del Montebrè in generale, ha donato in segno di gratitudine agli abitanti, tramite il Consiglio parrocchiale di Brè, una ceramica di grandi dimensioni, San Fedele, posata all’inizio del paese. Di Brè sopra Lugano apprezzava la tranquillità del posto e le case in sasso così armoniosamente inserite nel paesaggio in dialogo con le opere d’arte presenti sul posto. Tutta la sua famiglia la si poteva incontrare al Grotto del Castagneto a gustare le nostre specialità ticinesi.
Il 17 luglio del 2000 muore a Majorca e nel mese di ottobre dello stesso anno, come suo desiderio, le sue spoglie sono tumulate nella Cappella di Villa Negroni a Vezia presso Lugano.