I confini delle varie regioni o comuni in passato non erano evidentemente quelli che viviamo ora, la zona era controllata dalla chiesa di Como e Milano. Tuttavia anche nel Medioevo si può parlare di una regione Luganese in cui i confini sul ramo di Porlezza, verso la Valsolda e la Val Cavargna, seguono la cresta del Boglia, ed è l’antico confine tra le diocesi di Como e di Milano. Mentre attorno al 1170 esistono i confini del Luganese nella forma attuale, confini che riuniscono le tre antiche pievi (circoscrizione dell’antica parrocchia rurale) di Lugano, Agno e di Capriasca. Meno marcate geograficamente sono le regioni a sud del Ceresio sotto il controllo della diocesi di Milano. Il controllo del nostro territorio da parte della Chiesa di Milano è documentato ad esempio nel 1110 e 1159 con possedimenti del monastero di S.Pietro in Ciel d’Oro di Pavia: in valle Luana (Lugano) e cioè a Davesco, Canobbio e Brè.
Nel tardo Medioevo spesso accade che alcune regioni o villaggi prima conosciuti, sono oggi totalmente scomparsi. Ad esempio nella pieve di Capriasca, il comune di Redde, nell’odierno territorio di Vaglio, presso l’antica chiesa di S. Clemente dove oggi appaiono solo resti di costruzione. Un altro villaggio scomparso è Dassone o Ansone, situato fra Dino e Cadro e appartenente alla castellanza di Sonvico. Anche la località di Stampa, oggi nel territorio di Cadro, era abitata e compariva a volte come Comune a se stante.
In generale i movimenti di popolazione erano intensi. Famiglie si spostavano da un luogo all’altro, non solo nella vicinanze, come documenta Paul Schaefer in “il sottoceneri nel medioevo”. Forti migrazioni sono documentate nel 1280 con partenze : de Brè, de Porlezia, omnes de Cademario, de Indemine, de Aranno.
Le proprietà erano immense, sparse e non sempre comunicanti tra loro. Capitava anche che un padrone nobile possedesse un intero villaggio, Fescoggia e Agnuzzo ad esempio.
Brè era una “curtes” a cui veniva annessa anche beni minori chiamati “villa”. Alla curtis di Magliaso del Monastero di S.Pietro in Ciel d’Oro, appartengono le “villae” Blegugno, Cumano, Pura, Intalivum; Brè e Canobbio. Nel 1300 circa tra le antiche e considerevoli famiglie con possedimenti nel nostro territorio troviamo i Castoyra. I loro beni erano situati attorno al Monte Brè, Drano in Valsolda, Gandria, Castagnola e Cassarate e altri beni e residenze a Cadro. Altra famiglia importante con possedimenti a Brè sono i de Giochario, anche se non sono in vista politicamente, godono della stima generale. Ci sono poi i de Leuco che nel 1370 acquistano grandi proprietà nel Luganese. Hanno feudi e beni in affitto a Castagnola, Cassarate, Pregassona, Canobbio, Agno, Gaggio (Bioggio). Erano tutte famiglie finanziariamente solide in quanto anche appaltatori delle imposte e con cariche comunali a Lugano.
Ritornando al periodo 1118 – 1127, dove scoppiò la grande guerra tra Como e Milano, una parte importante l’anno sostenuta i due castelli che sorgevano a chiusura del golfo di Lugano: ai piedi del San Salvatore il castello di S. Martino e di fronte, sul nostro bel Monte Brè il castello di S. Angelo o di S. Michele, dove ora troviamo il parco. Qui si rifugiarono il Luganesi ribellatisi a Como, quando gli eventi furono sfavorevoli ai Milanesi. Il castello di S. Michele resistette bene a si mantenne. Il castello di S. Michele prende origine col nome de Sancto Michaele, la casata che si presenta in posizione influente alla fine del XII secolo in tutto il Luganese con parecchi rami, uno residente a Trevano.
Siamo nel 1359 quando parte dei territori di Brè sono acquistati da Martinus e Johannolus Rusca di Como. Altri grandi possedimenti di terreno erano di Gufredi Rusche de Cumis.
All’inizio del secolo XII, il Luganese sembra essere stato una delle posizioni più forti e più sicure del vescovado di Como. Non è forse un caso che il vescovo Milanese: Landolfo di Carcano, si sia stabilito per diversi anni, dal 1098 al 1117, nel castello di Magliaso da cui la “curtes” di Brè era annessa.